Il 15 aprile scorso, alle ore 11.58, il Burnley ha comunicato ufficialmente l’esonero di Sean Dyche. La pietra tombale, sulla lunga esperienza del britannico nel Lancashire, 8 anni, che hanno segnato in modo indelebile la storia recente del calcio inglese.

 

Una piccola, grande, pagina di storia contemporanea del calcio della ReginaUn finale ingiustamente crudele, da amaro in bocca per tutti. Un’avventura vissuta con il coltello tra i denti, dalla Championship all’Europa.

Per capire la magia del viaggio che ha portato Dyche a diventare una vera icona della storia recente dei Clarets, bisogna tornare al settembre 2013, quando il mister annuncia le dimissioni da tecnico del Watford.

BURNLEY TRA HOOLIGAN E CHAMPIONSHIP

Dopo l’11° posto in Championship ed il cambio di proprietà, il tecnico britannico viene messo alla porta e se ne va da Vicarage Road. Pochi giorni dopo, diventa ufficiale il suo arrivo al Burnley.

Squadra dell’omonima città, i granata-azzurri stando ai numeri rappresentano la compagine più tifata d’Inghilterra, con una media di 20.000 spettatori annuali a fronte dei 73.000 abitanti. Un tifo che ha vissuto pagine nere, come la lunga parentesi della Suicide Squad, una delle più violente frange di hooligans nel Regno Unito. Gran parte dei sui componenti è stato fortunatamente incarcerato in seguito al violento scontro nel derby con gli acerrimi rivali del Blackburn Rovers.

Andrew Porter, l’organizzatore dell’agguato, venne condannato a 5 anni di prigione e 10 anni di daspo da qualsiasi stadio d’Inghilterra. In questo contesto di violenza (in calo) e passione, l’ex Watford eredita da Eddie Howe la squadra. Ex difensore centrale, rude e duro all’inglese, bandiera del Chesterfield (oltre 230 presenze) ed alla seconda vera esperienza da tecnico, Dyche entra immediatamente nel cuore dei Clarets.

Prende una rosa appena retrocessa, dalle qualità tecniche non eccelse, e la rende una vera macchina da punti. Alla base, la scelta di rigettare il possesso palla sterile, fine a sé stesso. Una scelta, quella di ripartire dal classico gioco all’inglese, che dà immediatamente i suoi frutti.

TRA PROMOZIONI ED EUROPA 

Alla seconda stagione arriva la promozione in Premier. L’anno dopo arriva però la retrocessione immediata, sanata dalla seconda promozione nel giro di 3 anni, grazie alla vittoria per 1-0 contro il QPR. Qui inizia veramente lo straordinario percorso nella massima serie.

Una rosa composta esclusivamente (o quasi) da giocatori britannici di una piccola città industriale relativamente povera e che in breve tempo finirà sommersa dai debiti. Con questi ingredienti, Dyche organizza un vero miracolo da perfetto working class hero all’inglese.

 

Una personalità e un carisma fuori dal comune rendono il tecnico di Kettering un vero idolo della folla estasiata, la quale ad ogni sabato riempie Turf Moore per ammirare il Burnley “difesa & contropiede” che fa presto breccia nel cuore degli appassionati. Una permanenza in Premier League di 6 anni con il coltello tra i denti. E tra una salvezza e l’altra, nel 2018 arriva anche l’Europa.

Per la prima volta dal 1974, trascinati da bomber Woods e leader come Mee e Heaton, i Clarets trascinano la piccola città del Lancashire ai preliminari di Europa League. In onore dello storico traguardo, il “Princess Royal Pub” viene rinominato in “The Royal Dyche. Il 7° posto di quella stagione rappresenta probabilmente il più grande capolavoro sportivo di un allenatore in Premier negli ultimi anni.